Il mistero del labirinto di Lucca: tra fascino e leggenda.

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Lucca è una città che nonostante le sue piccole dimensioni sa offrire al visitatore attento innumerevoli luoghi in cui leggenda e storia si mescolano, suscitando curiosità verso i misteri che rendono questa meravigliosa città ancora più ricca di fascino.

La cattedrale di San Martino, attira subito l’attenzione per la sua inconsueta asimmetria, che contrasta la ricercata perfezione da sempre ricercata negli edifici ecclesiastici: l’arcata di destra è infatti molto più stretta di quella di sinistra e di quella centrale. E anche se questa licenza architettonica potrebbe essere semplicemente dettata da un problema logistico, giacché nella costruzione si dovette tener conto di una preesistente torre campanaria, il dettaglio non smette di stupire, dal momento che per la Chiesta l’armonia architettonica era tutto, e addirittura certe strutture storte e asimmetriche venivano considerate opera del demonio.

Ma ciò che davvero cattura l’attenzione di molti visitatori è il piccolo labirinto scolpito nella pietra, collocato nel pilastro di destra del portico della facciata. Questa figura in bassorilievo è una delle più enigmatiche di Italia, e benché sia presente in altre Chiese in Italia e nel mondo (si pensi alla famosa basilica di Chartres), continua a rappresentare un simbolo leggendario che in molti hanno attribuito ai Templari.

il labirinto di Lucca

Il bassorilievo, datato tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, riporta un’iscrizione in latino ancora ben visibile alla sua destra HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA – / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU – / S VADER – / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE – / US GRAT – / IS ADRIAN – / E STAMI- / NE IUTUS che possiamo tradurre con: “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”. Al suo centro vediamo una figura consumata dal tempo che secondo alcuni studiosi raffigurava Teseo e il Minotauro.

Perché troviamo un’iscrizione pagana in una chiesa cattolica? Nell’antichità il labirinto ha sempre simboleggiato il caos primordiale e il tentativo dell’uomo di imporgli un ordine. Una viaggio personale pieno di pericoli nei meandri del cervello, che sottintende la possibilità costante dello smarrimento, della pazzia, del disorientamento.Nel corso della storia al labirinto vennero attribuiti anche poteri magici, scaramantici e propiziatori, nelle cui spire vengono attirati e intrappolati gli spiriti maligni.

Nella leggenda del labirinto di Teseo e Arianna troviamo però un labirinto monocursale, che inganna ma solo con la sua apparenza, giacché non presenta ne bivi ne deviazioni: lo stratagemma di Arianna quindi, viene a rappresentare più che la salvazione, una condotta. Nell’uomo antico questa veniva identificata con la razionalità.
Il cattolicesimo prese in prestito questa potente simbologia e ne fece allegoria di fede. Il centro del labirinto è quindi la salvazione, cioè Dio, il filo di Arianna la fede, la sola capace di ricondurci alla luce divina e a distoglierci dal peccato. La Chiesa riscopre la potente forza trasformatrice di questo disegno arcaico sulla psiche umana e lo ripropone al servizio dei suoi dogmi, come simbolo di vita, morte e rinascita in Cristo.

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Il simbolo viene anche modificato nella sua struttura: alle sette circonvoluzioni del labirinto cretese e romano il labirinto medievale passa a undici, numero che rappresenta il peccato, stando fra il 10 dei comandamenti e il 12 degli apostoli.
Viene mantenuta però la caratteristica monocursale del labirinto a significare che la “retta via” per raggiungere la beatitudine è una sola ed è percorribile in un solo modo: obbedendo la Chiesa e attenendosi scrupolosamente dell’ortodossia.
ll misterioso labirinto di Lucca è lì a ricordarci che solo affidandosi alla fede è possibile salvarsi dalla pazzia e dalle strade senza uscita.

Il labirinto ancora oggi è una potente allegoria della condizione umana, e che ne accogliamo o no l’interpretazione datane dalla chiesa, non smette di affascinarci e intrappolarci nel suo gioco di specchi e illusioni. Forse per quello i lucchesi sono così affezionati al loro labirinto, che non smette di offrire interpretazioni cariche di suggestione.

Come se non bastasse il labirinto di Lucca e’ protagonista di un’altra leggenda: pare che i condannati a morte venissero condotti davanti al labirinto, con la promessa di venir risparmiati se riuscivano a risolverlo: probabilmente cosi’ facendo avrebbero dimostrato di aver ritrovato il giusto cammino, aiutati dalla fede e la luce divina.

Le interpretazioni che ad oggi sono state date per spiegare il motivo per cui questo piccolo labirinto venne intagliato proprio sulla cattedrale di San Martino sono molteplici e si perdono in secoli di storia, un susseguirsi di teorie e indagini senza fine che ancora non ha trovato una soluzione universalmente accettata. Quel che resta è la grande forza suggestiva di questo luogo e un invito a tutti i visitanti a soffermarsi a pensare sul significato del nostro viaggio spirituale individuale, e a chiederci cosa ci aiuta nei momenti di difficoltà a ritrovare il nostro filo di Arianna, la strada che porta ciascuno di noi alla propria serenità, terrena o ultraterrena che sia.

Lucca Online
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