La Garfagnana, in provincia di Lucca, è una delle zone più verdi di tutta Italia. A rendere…
Il Parco dell’Orecchiella in Garfagnana
Dove è e come arrivare al Parco dell’Orecchiella
Tre regioni s’incontrano, quasi s’abbracciano nel perpetuare una linea che dal sud al nord termina il percorso degli Appennini per iniziare l’arco Alpino, le Apuane del Parco dell’Orecchiella in Provincia di Lucca.
Questa zona è la Garfagnana, ancora in terra toscana ma già pronta a percepire il respiro, le brezze della Liguria spezzina o dell’Emilia dei Castelli, dei borghi arroccati sul confine.
In quest’area, così bella e selvaggia ancora oggi, rinomata in passato quando il poeta romagnolo Giovanni Pascoli decise di vivere proprio in uno di questi villaggi in cui la vita scorre con tempi diversi, Castelvecchio Pascoli in onore del poeta, si trova il Parco dell’Orecchiella, leggermente a nord della località che Pascoli tributò con queste parole:
‘Il mondo mi spaura e ho scelto la valle del bello e del buono e dove il tempo non corre’.
La valle del bello e del buono … e in questa valle ancora oggi la natura vive e respira incontaminata, una grande opportunità di incontrare la Provincia di Lucca nel suo angolo più remoto e vitale, appunto il Parco.
Il Parco è gestito dal Corpo Forestale dello Stato e si raggiunge direttamente dai quattro piccoli borghi limitrofi, Piazza al Serchio, San Romano, Sillano e Villa Collemandina, piccoli villaggi nei quali respirare il tempo con altri parametri e concedersi l’opportunità di visitare un’area protetta di grande valore naturalistico e paesaggistico:
E’ una biosfera densa di essenze silvane e presenze faunistiche di grande importanza.
Il periodo migliore per visitare il parco in realtà non esiste, escludendo l’inverno nel quale la natura riposa prima della ripresa primaverile e spesso è ricoperto da folte coltri nevose.
Nelle tre stagioni rimanenti il parco offre le sue peculiarità stagionali come le fioriture endemiche in primavera, l’esplosione della vita nella prima parte dell’estate, il fogliage dell’autunno con i suoi colori malinconici e poetici, la cucina e le sagre locali che in quel periodo offrono diverse opportunità di scoperta gastronomica, l’incontro con i cervi in amore e il loro possente bramito, profondo e suggestivo; in alcune occasioni il Corpo Forestale dello Stato organizza visite guidate alla ricerca proprio dei branchi in amore.
La fauna del parco dell’Orecchiella
Visitare il Parco in solitudine è decisamente semplice e fattibile, anche con bambini: diversi sentieri ben delineati offrono opportunità di trekking su diversi livelli: dai sentieri più facili e con pochi dislivelli, sino ai percorsi più impegnativi, dedicati agli amanti del trekking di livello e del nordic-walking, il Parco dell’Orecchiella è aperto a tutti offrendo la possibilità d’incontro con la fauna tipica dell’Appennino Tosco-Emiliano, una fauna endemica comune a tutta l’Italia centrale.
Passeggiando in silenzio vi accompagneranno nel cammino il canto di uccelli tra i quali non sarà difficile udire e avvistare i picchi nel loro picchiettare le cortecce degli alberi alla ricerca di insetti.
Per gli appassionati del bird-watching l’Orecchiella offre interessantissime opportunità d’incontro con un’avifauna qui protetta e nidificante, un eco-sistema equilibrato e ancora bilanciato nella sua armonia naturale.
Tra i rapaci diurni presenti si segnalano le poiane, il gheppio, il lanario e il velocissimo falco pellegrino, il re della velocità in picchiata, un vero bolide alato, uno degli spettacoli della natura proprio durante le sue acrobatiche picchiate.
Con il tramonto anche i rapaci si danno il cambio e subentrano gli strigiformi, come il bellissimo gufo reale, o quello comune, presente in grande numero, il barbagianni, l’allocco e la civetta.
Ma tra il giorno e la notte la differenza negli avvistamenti è decretata dalla presenza della Regina dei cieli europei, l’aquila reale, avvistabile senza grandi difficoltà se si seguono i consigli delle guardie forestali, ricercando le zone in cui abitualmente le coppie si posano per nidificare, zone abitualmente impervie e difficilmente raggiungibili, ma, con un po’ di fortuna, l’occasione di osservare con il binocolo, o scattare con un buon teleobiettivo ottime foto al rapace più grande in Europa, non sarà impossibile.
Tra i mammiferi il Parco dell’Orecchiella vanta ancora la presenza di una sparuta presenza di orsi bruni, non facili da avvistare vista la loro proverbiale diffidenza nei confronti dell’uomo.
In ogni caso, camminando sino alle quote più elevate, rimanendo strategicamente piazzati ed immobili, l’incontro con la curiosa e timorosa marmotta non sarà impossibile, una delle poche aree sul confine tra Alpi ed Appennini nella quale poter avvistare questo simpatico roditore di grossa taglia.
All’interno dei boschi decidui sono presenti i classici mammiferi di grande taglia appenninici, gli ungulati, come il cinghiale, il capriolo, il cervo e il muflone.
Se durante il vostro cammino trovaste, soprattutto nel periodo primaverile, un palco di corna perso da un cervo maschio in muta, il consiglio è quello di avvisare il Corpo Forestale al fine di determinare le presenze degli ungulati.
Per molti potrebbe apparire come un bel trofeo da portare a casa come ricordo, è consigliabile però rivolgersi alle guardie venatorie, un piccolo atto di volontariato ecologico a fini statistici e zoologici.
Ghiri, scoiattoli e lepri, tassi e faine sono i piccoli mammiferi del sottobosco e degli alberi, incontri non impossibili, ciò dipenderà dalla vostra accortezza nel ricercare le specie durante i percorsi.
La flora dell’Orecchiella
La posizione del Parco prevede una flora classica nelle essenze arboree.
Faggeti e castagneti sono i boschi di prima fascia, assieme a lecci, carpini, maggiociondoli e betulle.
In questi boschi sono diffusi funghi e felci durante tutto l’anno, ma, essendo un Parco protetto, la raccolta di porcini, finferli e ovoli non è possibile se non tramite concessione di uno speciale permesso di raccolta.
In ogni caso, per tutte le informazioni a riguardo, rivolgetevi ai gruppi micologici dei paesi compresi nell’area del Parco, associazioni che saranno pronte a fornirvi ogni informazioni a riguardo, magari potrete partecipare ad un trekking micologico di gruppo assieme agli esperti del settore i quali vi spiegheranno le diverse specie incontrate, la loro edibilità o eventuale velenosità.
Dopo la classica fascia di confine degli ottocento metri, inizia la fascia in cui prevalgono sulle caducifoglie le essenze conifere.
Nell’Orecchiella regna il pino nero assieme al larice e all’abete rosso e la douglasia.
Al di sotto delle chiome aghiformi, nei periodi specifici di ogni fioritura, si possono osservare primule già dal mese di marzo-aprile, genziane di varie specie in alta quota, o nelle aree umide e paludos, peonie, rose canine.
In estate, nei prati di ogni altitudine, l’esplosione floreale tinge di rosso, giallo e blu le zone erbose, un vero quadro impressionista in cui botton d’oro, papaveri, peonie, nontiscordardime e garofani selvatici tingono di colore il verde uniforme dell’erba.
Dove alloggiare?
Nall’area attorno al Parco, l’abbiamo visto in apertura, quattro borghi offrono ospitalità e strutture alberghiere dedicate ad un turismo slow alla ricerca di quiete e quella sottile poesia che pochi posti come la Garfagnana offrono per giornate in cui la passeggiata in natura e il buon cibo al ritorno, grazie ad una gastronomia tradizionale e ancora casalinga, sono valori per i quali lasciarsi andare la vita quotidiana alle spalle per vivere giorni d’abbandono e ricarica energetica.
Per chi non amasse ricercare con lungi percorsi gli animali del parco, accanto al centro visite gestito dal Corpo Forestale, sono presenti capienti recinti dimostrativi in cui è possibile vedere da vicino soprattutto gli ungulati, come cervi, caprioli, mufloni.
La gentilezza della ‘gente del parco’ è conosciuta sin dall’antichità e nelle strutture ricettive ancora vive quel senso ‘di taverna’ di locanda nel quale si esalta l’immaginario del viandante come figura ancora aperta, nonostante viva in questo difficile e caotico terzo millennio, ancora in grado di fermarsi ed osservare, ascoltare, respirare la natura è un’esperienza ancora viva in questo incantevole angolo d’Italia.
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